E’ stato abolito dalla legge di bilancio 2020 l’articolo 10 del Decreto Crescita che prevedeva il cosiddetto ‘sconto in fattura’ per l’Ecobonus e il Sismabonus. E’ un bene: poteva sembrare un’opportunità vantaggiosa per i clienti, e invece creava forti distorsioni del mercato a danno delle piccole imprese.
L’articolo di legge dava infatti la possibilità alle aziende di praticare al cliente uno sconto pari all’importo della detrazione fiscale prevista per i lavori di efficientamento energetico e prevenzione del rischio sismico. L’impresa avrebbe potuto recuperare lo sconto sotto forma di credito d’imposta, da utilizzare in compensazione ed in cinque anni.
Sembrava un’opportunità interessante, e invece non lo era. La norma introduceva infatti una grave alterazione del mercato e del principio della libera concorrenza. Richiedeva infatti una disponibilità finanziaria e una capienza fiscale che una piccola impresa operante nelle ristrutturazioni, nell’impiantistica o nei serramenti non avrebbe mai potuto avere. Di fatto, l’art. 10 della Legge 58/2019 determinava quindi un importante e ingiusto vantaggio competitivo per le imprese di maggiori dimensioni.
Da qui la battaglia delle associazioni imprenditoriali della piccola e media impresa, e la decisione finale di abolirlo. La possibilità di praticare lo sconto in fattura sarà consentita soltanto per lavori che superano il valore di 200mila euro, e che quindi sono già, per loro natura, destinati di preferenza ad essere gestiti dalle grandi imprese.
Restano invece gli incentivi: Ecobonus, Sismabonus, il neonato bonus facciate ed altre opportunità analoghe, che permettono di ottenere detrazioni fiscali importanti e molto gradite dalle famiglie italiane.